di don Giovanni Ottaviani
L’iniziativa Tuo Figlio Vive è nata sotto lo sguardo materno della Madonna Addolorata nel periodo in cui ho svolto il ministero pastorale al Santuario Madonna della Corona (dal 2005 al 2008), affidato alla mia responsabilità dall’allora Vescovo di Verona S. E. Padre Flavio Roberto Carraro.
Nominandomi Rettore, il Presule mi chiese di creare un Centro di spiritualità e di cultura mariana e di avere una particolare cura caritativa verso i pellegrini più poveri e bisognosi.
Fin dai primi mesi di servizio, ho avuto modo di constatare il flusso continuo di fedeli che salivano alla Corona per sostare in preghiera davanti alla statua della Madonna. Tra questi ho notato la costante presenza di genitori in lutto per la morte di un figlio.
Non sono sfuggiti alla mia attenzione pastorale. Li ho incrociati mentre giravano da un luogo all’altro del Santuario in cerca di conforto, li ho visti lasciare nelle apposite bacheche la foto del loro caro congiunto, come atto di affidamento a Maria, li ho osservati a meditare ed a piangere negli angoli meno frequentati del Santuario, li ho ascoltati e incoraggiati.
Davanti a questa realtà cosa fare? Era sufficiente offrire loro una parola di conforto cristiano o si poteva osare qualcosa di più specifico? La Chiesa di Verona, che attraverso il suo Santuario Mariano avvicina persone colpite da quel tipo di sofferenza, in che modo poteva testimoniare la tenerezza di Dio e parlare al cuore di questi fratelli e sorelle, aprendoli alla speranza cristiana?
Tali interrogativi avevano bisogno di una risposta, che è stata elaborata nella preghiera, alla luce del Vangelo e con il confronto e la collaborazione delle religiose che con me prestavano un prezioso servizio al Santuario.
Si pensò che il primo passo da compiere fosse quello di riunire, in un momento celebrativo comunitario, le mamme e i papà in lutto per un figlio. Venne fissato sabato 16 settembre 2006, giorno successivo alla memoria liturgica dell’Addolorata. Quella mattina, contro ogni aspettativa, la Chiesa del Santuario si riempì di famiglie. Fu una celebrazione toccante che segnò l’inizio di quello che oggi è il gruppo Tuo Figlio vive.
Da subito, i presenti espressero il desiderio di ripetere l’esperienza, avvertendo un certo beneficio spirituale. Negli anni successivi gli incontri non solo si moltiplicarono, ma si prolungarono con momenti di fraternità e di condivisione presso le sale della Residenza Stella Alpina, struttura di accoglienza del Santuario. Ad ogni appuntamento le presenze aumentavano. Così in pochi anni il gruppo raggiunse più di 400 iscritti, provenienti soprattutto dal Triveneto, ma anche dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Centro Italia.
Tra le famiglie partecipanti ai raduni sono nati dei legami di amicizia molto profondi e un forte desiderio di stare insieme, in modo semplice e fraterno. Per questo, il gruppo ha proseguito il suo cammino, anche quando, nel settembre 2008, in obbedienza al Vescovo Mons. Giuseppe Zenti, ho lasciato l’ufficio di Rettore per assumere la responsabilità della Parrocchia di Bardolino, e poi ancora nel 2019, quando mi è stato affidato l’incarico di parroco di Lugagnano.
Attualmente, gli incontri di Tuo Figlio Vive sono a cadenza trimestrale, precisamente in giugno e settembre al Santuario della Madonna della Corona (Spiazzi – VR), in novembre e marzo nella Parrocchia di Lugagnano (VR), dove sono parroco. Ad aiutarmi, il curato di Lugagnano don Elia Aldegheri e un caro amico, Nicola Ioppi.
Tutti gli iscritti sono sempre invitati personalmente tramite una lettera che riporta, tra l’altro, anche notizie del gruppo e informazioni sulle attività.
Nel rispetto delle varie storie e sensibilità, l’iniziativa Tuo Figlio Vive si prefigge di dare serenità alle persone, di toglierle dallo loro solitudine interiore e, spesso anche fisica, di farle sentire parte di una comunità, che è la Chiesa, di renderle attente e premurose ai bisogni degli altri, di aiutarle ad elaborare il lutto con l’aiuto del Signore e dei fratelli nella fede.
Con Tuo Figlio Vive, ognuno diventa il Cireneo per il fratello che gli sta accanto e che fatica a portare la sua croce. E’ una piccola e umile scuola dove si impara l’arte evangelica di condividere gli uni i pesi degli altri.
E Gesù ne è il modello e il punto di attrazione.